Non posso farci nulla, devo solo aspettare, magari pensando ad altro, facendo altro, buttandomi a capofitto nel ricamo o nel cucito, non riesco nemmeno a sfornare manicaretti come vorrei, anzi, a dir la verità non ho nemmeno tanta voglia di cucinare, di fare dolcetti per il Denso e per gli alieni.
In questi giorni allora a colazione e a merenda pane o fette biscottate, per Yuffie nutella e per mister alieno la mia marmellata di mirtilli (è favolosa, un sapore e un profumo meraviglioso, di casa, di buono, di montagna...)
Oggi pomeriggio ho sfogliato il mio quadernino di ricette invano, ripassandolo da capo di nuovo, ma ho voglia di qualcosa di familiare, qualcosa che abbia un sapore di casa, di cose conosciute e amate, che fanno parte della mia vita...e poi per caso mi sono venute in mente le due zie di mia mamma, i pomeriggi di quando giovanissima le andavo a trovare:"Alloraaaa ziaaaaa, ma il caffè da dove deve arrivareeee??? Dal Brasileeee?????"
E loro ridevano, stavano allo scherzo, la zia Antonia piccola e cicciottella sempre con il grembiule (del resto lei stava sempre in cucina, o al limite alla finestra per vedere chi passava) e la zia Maria, la sorella alta e magra (che ora si dice single, ma in realtà era davvero una zitella!) che invece disdegnava l'arte culinaria, sempre attenta a non perdere un pelo (cioè, sempre in ordine e con i capelli "fatti") tutte contente di avere "la rompiscatole" a casa, e con il caffè arrivavano anche le...
FRITTELLINE DI FARINA DOLCE

Non ci sono dosi, io le faccio così, a caso, due cucchiai di farina di castagne, un pò di zucchero, una manciatina di pinoli e di uvetta, un pò d'acqua.
Ottengo una pastellina che a cucchiaiate pongo delicatamente nell'olio caldo (extra) a friggere.

Ci vuole veramente poco a farle, poi una spolverizzata di zucchero a velo e sono pronte.
Un caffè per assaporarle belle calde, zuccherose, profumate e la memoria del sapore e del ricordo mi riporta ancora indietro nel tempo...