"Non sono le idee che mi mancano, è il tempo per realizzarle che è troppo poco."

venerdì 27 marzo 2009

cookies (n°17)

In questi giorni mi sono data da fare in terrazzo.
Avvolta da un maglioncione multicolor e munita da guanti da giardiniere e cesoie ho sbarbato due gelsomini lasciandoli con dei rametti striminziti e qualche foglia qua e là.
Mi è sembrato di vedere qualche micro gemmina che timidamente si sta affacciando su quegli scheletrini e intanto ho iniziato a concimare e innaffiare.
Non mi è rimasto altro che constatare la morte della azalea, e anche la mia adorata camelia è rimasta con due stecchetti e un bocciolino all'apice, però ho visto delle gemmine piccolissime, speriamo bene...
Comunque io continuo ad aver freddo, anche ora che mi sono seduta davanti al pc ho i brividi nonstante sia in maglione e polo.
Anzi, ora mi metto pure il maglioncione multicolor, e mi faccio pure un tè bollente, tiè!

Ieri pomeriggio l'aliena aveva una festicciola di compleanno ma la sua voglia di dolcettini cioccolini non era andata via e così dopo cena mi ha implorato di "fare" qualcosa insieme...e mentre era lì che controllava le nostre riserve cioccolatose ha visto la ricettina che si trovava dietro la scatola delle gocce di cioccolata Perugina:

I COOKIES n°17

250 gr. di farina
120 gr. di burro morbido
120 gr. di zucchero
100 gr. di gocce di cioccolato
2 uova
una bustina di lievito (io ne ho messa mezza)



Lavorate in una ciotola il burro morbido con lo zucchero, aggiungere uno alla volta le uova sempre mescolando bene.
Unite la farina e il lievito. A questo punto una ultima mescolata e si otterrà un composto più morbido della pastafrolla, fare delle palline adagiarle sulla placca del forno ricoperta dalla carta forno e schiacciarle (io mi sono aiutata con un cucchiaio passato in un goccio di olio).
Infornate per una decina di minuti a 180°.
Una volta che i biscotti saranno freddi potete preparare una crema di cioccolata e unirli, oppure potete usare la nutella, io li ho lasciati semplici.



Con questa semplice ricettina l'aliena si è data un sacco da fare, e poi l'importante è che le siano piaciuti!



Stamani mattina verso le 5 l'aliena non si è sentita bene, un attacco di mal di pancia alieno fortissimo, quindi l'entrata a scuola è slittata alle 10.30...io ero un po restia a spedirla a scuola, ma lei ha tanto insistito, comunque si è fatta una colazioncina piacevole e coccolosa...



Ho evitato la solita tazza di latte, cioccolata e miele della colazione mattutina e ho preferito farle il tè.
Con le manine inzuppava che era una meraviglia nella sua tazza di tè alla pesca, il suo preferito, e sapete cosa mi ha detto?
"Ehi mamma, stamani una colazione raffinata!"

lunedì 23 marzo 2009

ma dov'è finita primavera?

Uffa ragazze/i ancora freddo!
Anche se il sole c'è, è come se non riscaldasse, almeno, a me non mi basta: ora ho bisogno di giornate calducce, solicchio che riscaldi le mie povere piante sul terrazzo... invece in questi giorni è spirata una tramontana assassina, lasciando i miei poveri gelsomini senza foglie e terrorizzando le mie piante grasse.
Mi piacciono i gelsomini, il loro profumo appena iniziano a sbocciare i fiorellini discreti e profumatissimi, il primo profumo che sento la mattina presto della tarda primavera quando con il Denso facciamo la prima colazione in terrazzo. Ed era anche l'ultimo profumo della sera che mi accompagna fino al sonno, quando chiudo per la notte.
Ma i miei piccoli già non se la passano benissimo, sono malatini (hanno tipo una muffina grigia), e io amorevolmente li curo spruzzando le loro foglie con antiparassitari e co., ma adesso dopo questa strapazzata di vento dei giorni scorsi, mi pare difficile un recupero da parte loro, avevo iniziato il fertilizzante la scorsa settimana, quando la primavera era arrivata prepotentemente, anche se John Boy (mio fratello) aveva lanciato l'allarme freddo, ma adesso li vedo stentati, quasi impossibilitati a riprendersi, anche se non è mai detta l'ultima parola, si sa, la primavera fa miracoli, e un miracolo ci vorrebbe per davvero...



E li guardo, questi poveri gelsomini ed è come se mi salutassero, come se sentissero che il prossimo inverno nessuno si potesse prendere cura di loro, e allora se ne vanno indolentemente e inesorabilmente verso una poco gloriosa fine, lasciandomi orfana di verde e di profumo per questa primavera.
Si, sono un po triste, come sempre del resto quando una pianta mi da l'addio e lascia un vaso vuoto, lì, abbandonato in un angolo sul terrazzo.
Quando vedo un accenno di malattia, di decadimento fisico corro all'ospedalino delle piante, da mia mamma, che da buona mamma dal pollice verde si prende cura anche delle mie.
Di solito le porto i ciclamini appena vanno a riposo, lei li tiene a nanna per tutta l'estate e poi inizia le annaffiature, sempre con la cura amorevole che le piante desiderano.
Quando li vedo pronti con le piccole gemme dal color appena accennato e le reclamo ormai mia mamma li ha fatti suoi, li mette in bella mostra in sala e quelli te li puoi scordare (anche se con il pennarellone hai scritto il tuo nome sul vaso) e così come al solito, non resta che comprarseli nuovi per affrontare un'altro lungo inverno con un bel colore che illumini il grigiore del terrazzo...

Ma intanto questo freschino ha fatto scattare la voglia di qualcosa di invernale, tanto poi la primavera arriverà per davvero, no? E quindi sarà meglio dare un'occhiata in dispensa e far fuori la farina di castagne che ormai siamo agli sgoccioli!
Non voglio prendere delle lodi che non mi appartengono, infatti io il castagnaccio non lo so fare, niente di più semplice, lo so, ma a me non viene come a Nonnanna (mia mamma), e infatti questo lo ha fatto lei venerdì mattina quando è venuta con il Nonno (il mio babbo) a mangiare da me.

IL CASTAGNACCIO



Per una teglia di 28 cm. di diametro ha usato:
300 gr. di farina di castagne
pinoli
uvetta
scorzetta di arancia
olio extra
un pizzico di sale
un cucchiaio di zucchero
acqua q.b.
Mettere la farina in una zuppiera, aggiungere l'acqua, sciogliere bene i grumi, unire uvetta e pinoli, ungere una tortiera, versare il composto, un'altra giratina di olio, qualche scorzetta di arancia per profumare (a me piace anche un rametto di rosmarino) e infornare a forno caldo (180°/200°). Ci vuole il suo tempo, controllate con lo stuzzicadenti...
E quanta ne basta di acqua? Bho! Di solito quanta ne prende la farina, deve essere tipo una pastellina morbida, con tanti pinoli e tanta uvetta, a noi piace bassino, con il bordino crogiolato e leggermente croccantino, mangiato tiepido e se c'è anche un cucchiaiata di ricotta come accompagnamento ci sta proprio bene!
Comunque quando ho voglia di un castagnaccino buono e mia mamma non è dalle mie parti, prendo mestolo, zuppiera e farina e suono ai miei vicini di casa, nonno Sergio mi aiuta sempre e anche il suo castagnaccio è buono per davvero!
Anche questo fine settimana ce ne siamo andati a ossigenarci in montagna e guardate un po...
"LA GATTA SUL CAMINO CHE SCOTTA"!



Mi fa morire quella cicciona pelosa, stamani mi guardava attentamente sul parapetto del terrazzo mentre stendevo i panni, qualche volta mi fa un volo di sotto...

mercoledì 18 marzo 2009

ancora la crostata perfetta di gunther, meme e bricolage!

Eccomi qui, invitata da Susina e da Anna Righeblu a fare questo super veloce meme, scusatemi, ma non riesco a inserire la figurinaaaa!!!!
Premessa: innanzi tutto io sono assolutamente Denso-dipendente. Non ci posso fare nulla, è così e ormai non c'è più niente da fare, questo è un punto fermo a cui faccio riferimento sempre.
Comunque le 5 cose da cui sono dipendente eccole qui:

1- la mug di caffelatte della mattina, metà caffè e metà latte, senza zucchero, ma assolutamente è la prima cosa da cui dipende tutta la mia giornata, senza il caffè rimango stordita tutto il giorno, non combino niente e mi entra mal di testa.

2- i miei colori della DMC, la mia "tavolozza", sempre a giro per casa, senza sono persa, me la porto ovunque, anche in montagna per una sola giornata! Potete immaginarvi quando sono al mare sotto l'ombrellone, magari non ricamo, ma l'occorrente minimo ce lo devo sempre avere.

3- il libro sul mio comodino: assolutamente devo leggere due righe prima di addormentarmi, crollando poi sulla prima pagina, ma devo avere il mio libro, anche quello a giro con me, montagna o mare che vada.

4- occhiali da sole, sempre e dovunque, senza non riesco a guidare e se me ne dimentico torno a casa a prenderli...

5- la mia gatta: senza di lei non riesco a stare, devo sempre sapere dove è, così come lei dipende da me, è sempre incollata, quando pulisco mi segue per casa, quando stiro si accoccola sui panni stirati, quando cucino è lì con me, se ricamo si mette nella cesta ai miei piedi, quando sono sul pc si sdraia sulla scrivania e la sera quando sono in poltrona mi si addormenta in collo facendo le fusa e strofinando il musetto contro di me.

E adesso lo giro a:

Ma che facile e veloce questo meme, ci stavo prendendo gusto!

Intanto però vi voglio nuovamente parlare della CROSTATA ALL'EXTRA VERGINE di Gunther:
certo che me la sono rifatta nuovamente! Mica ero soddisfatta la prima volta! Adesso però si vede bene, è venuta PERFETTA!



L'unica cosa che non mi è piaciuta è stata la marmellata che avevo steso sopra, non era la mia solita che compro sempre, ma vabbè, c'è sempre una terza volta per la crostata, no?

E siccome Gunther stà lavorando al suo blog vi riscrivo le dosi:

300 gr. di farina 00
100 gr. di zucchero
100 ml. di olio extra vergine andrebbe bene un ligure leggero)
1 uovo intero e 1 tuorlo
alcuni cucchiai di acqua fredda (2/3)
un pizzico di sale
scorza di limone grattugiata
una puntina di bicarbonato

Lavorare velocemente, ottenere un impasto omogeneo, avvolgere in pellicola trasparente e metterlo in frigo a riposare per una mezz'oretta.
Io stavolta ho fatto la classica crostata, ho steso la pasta in una tortiera imburrata e infarinata, qualche buchetto con la forchetta, steso la marmellata e infornato per 30/35 minuti a 175°.



E adesso è l'ora del bricolage!



Sembrano cosette inutili e senza alcun significato, vero? Avete notato la gatta?
E invece è incredibile cosa si possa fare con un pezzettino di tela e qualche nastro colorato!



Tutto è nato da una mattinata passata dalla Francesca, il negozietto di fili, nastri e co., e mentre ero lì a dare una occhiata che mi accendesse l'ispirazione, ho visto il nastro a quadrettini pieghettato e me ne sono innamorata.
E' bastato poco ad accendere la fantasia e far lavorare il cervello per trovare la giusta applicazione. Il rosso scuro poi è il mio colore, anche se questo ha un tono che si avvicina al bordò.
Arrivata a casa ho subito trovato il colore DMC giusto per il ricamo che ho preso da un vecchio Rakam, non vi so dire di quale anno, solo mi ricordo che faceva parte di una serie di cuoricini a punto croce per abbellire l'albero di Natale: ho preso la mia solita stoffa di cotone emiane, trama fitta, ed è venuto fuori questo cuoricino, facile, veloce, in due pomeriggi era pronto.



Quindi è stato il momento di preparare lo scheletro della ventola, ma purtroppo Francesca non aveva l'occorrente. Fortunatamente la merceria vicino casa di mia mamma aveva tutto ciò che mi serviva per finire: tamburino, nastro-tessuto adesivo (ma non mi sono trovata bene), nastro biadesivo per tessuti, cordoncino verde (che mi sono attaccata a mano con l'ago) per rifinire il nastro a quadrettini, altro nastro bordò per fiocchetto.



La lampada in legno bordò l'avevo già, aspettava solo che mettessi una ventolina più personalizzata, e sapete dove la vedo bene questa lampada?



Ma nella mia adorata casina in montagna!!!!

giovedì 12 marzo 2009

parlando di cene di qualche anno fa e l'unica, la sola, la vera e inimitabile torta al limone

Ciao a tutti!
Non so come va dalle vostre parti, ma qui è una giornata magnifica, pare di essere già a giugno e stamani ho ripreso le mie passeggiate mattutine per buttare giù un po di trippetta.
Il Denso mi sta tartassando, in effetti ha ragione, 18 anni fa ha trovato all'altare una giovane donna di 49 kg. e adesso si ritrova in giro per casa una matrona di 64 kg...e quindi mi ritrovo a cercare di buttare giù qualche chiletto perché per 1.60 mt., 64 kg. sono veramente troppi...
E poi devo dire la verità, da quando bazzico su internet e ho aperto il blog i chili sono aumentati...sigh, mea culpa!
E poi...che dirvi, il tempo non mi basta, non mi basta mai!
Ho bisogno di almeno altre 6 ore in più per fare tutto quello che mi frulla in mente! Come vi ho già detto ho ripreso a ricamare, e siccome mi frullavano in testa delle idee ho perso due mattine in due mercerie diverse per trovare l'occorrente, dato che una sola merceria non è riuscita a darmi tutto ciò che mi serviva. Uff!

Nei giorni scorsi sono andata a casa dei miei, ho fregato un altro libro e preso in prestito un librettino dove mia mamma appuntava le cene che faceva per gli amici.
Sono rimasta colpita da come mia mamma organizzava le cene per i loro amici, pensate che faceva tutto da sola, incredibile! E che cene! E che apparecchiature!(a quelle ci pensavo io...)
Allora ho deciso che qualche cena la voglio raccontare e condividere con voi, chissà che non vi lasci qualche bella idea!

Oggi vi racconterò la :
"cena del 9 novembre 1985"

-antipasti: trittico di vol-au-vent ai gamberetti, al salmone, alle uova di storione rosso

-primo piatto: penne alle chele di granchio

-secondo piatto: orate arrosto accompagnate da misticanza

sorbetto al limone

-secondo piatto: piccioni arrosto in nido di erbette di campo saltate in padella

fagianella in umido con olivine toscane

-dolci: crema gelato ai mirtilli sciroppati dell'abetone

torta agli amaretti con salsa di cioccolato

tra i vini di quella serata sembra giusto segnalarvi il brunello di montalcino annata '74 e '75 della Fattoria dei Barbi.

Una precisazione, anche il sorbetto e la crema gelato le faceva mia mamma...
Che dite? Difficile stare al passo con lei, eh? In effetti devo riconoscere che qualche anno fa era veramente eccezionale, adesso non ha più molta voglia di cucinare...

Via, via a corsa che vi devo far vedere questo bellissimo e inimitabile dolce, fatto con i soli albumi delle uova!
Sempre preso da mia mamma che lo presentava nelle sue cenette.
L'unica, la sola, l'inimitabile, la vera :

"TORTA AL LIMONE"




6 bianchi di uovo
4 hg.di farina 00
4 hg. di zucchero
2 hg. di burro
1 hg. di uvetta ammorbidita in liquore, strizzata, asciugata e infarinata (facoltativa)
1 bustina di lievito
1 bicchiere di latte
la scorza di un limone (biologico) grattugiato e il succo spremuto.

Preparare la farina in una terrina e lavorarla con il lievito stemperato nel bicchiere di latte. Aggiugere lo zucchero, il burro fuso (freddo), il succo e la scorza del limone grattugiata, aggiungere l'uvetta (io non l'ho messa). Completare l'impasto con i bianchi montati a neve fermissima. Imburrare e infarinare una tortiera apribile (la mia è di 26 cm. di diametro), versare l'impasto e mettere in forno moderato (175 gradi) per circa 45 minuti (controllare con lo stuzzicadenti).



Con i tuorli avanzati potete preparare una crema alla vaniglia per accompagnare questa sofficissima e profumatissima torta:
battere benissimo i 6 tuorli con 1 hg. di zucchero, versarvi sopra mezzo litro di latte bollito a parte profumato con la stecca di vaniglia o ancora meglio con una scorzetta di limone, rimettere al fuoco e far addensare la crema, mescolando bene. Servire fredda con il dolce...



Questo bellissimo, raffinato, semplicissimo e sempre eccezionale dolce che vi farà fare un figurone al termine di una bella cena a base di pesce lo voglio dedicare a Pina, che trovo sempre nei commenti ai miei post, e che sperimenta spesso le mie ricettine....
Comunque non dovete essere gelosi...lo potete fare tutti!!!! AAHAHAAH!!!!
In effetti sono io ad essere un po gelosa di questo dolce....

giovedì 5 marzo 2009

risottino baldo integrale ai carciofi di bolgheri (lost photo! ) e dolcetto sofficino

Non sono scappata su un'isola baciata dal sole e dal caldo (magari!), sono sempre qui...i capelli che sembro Maga Magò (causa forte libecciata), una vocina sexy alla Maria de'Filippi (grazie all'aria condizionata che sabato mattina spirava all'ipercoop pisana) e tanto per non essere sola pure il mal di testa (dovuto alla sinusite).
Bel quadretto, vero? Ecco perchè non mi avete nè vista nè sentita in giro in questi giorni...però qualcosina ho fatto lo stesso in cucina e passo velocemente a illustrarvi i miei misfatti!
Ho iniziato ad avere una conoscenza più approfondita del riso durante il mio esilio lassù a Pavia.
A Livorno mi sono sempre accontentata di quello che trovavo al supermercato: un carnaroli, un arborio e tutto finiva lì.
Invece lassù mi sono trovata davanti ad una ampia scelta, e ho avuto la fortuna di assaggiare il riso di cascina, che è davvero tutta un'altra cosa rispetto a quello commerciale, per altro sempre buono, ma che possiamo trovare ovunque.
Non vorrei annoiarvi raccontadovi tutte le tipologie di riso che si possono trovare, ottimo il carnaroli, l'arborio, per le minestre risalta meraviglioso il roma o il baldo. Per i dolci per esempio mi hanno consigliato il vialone nano.
Così mi sono buttata su nuove tipologie e ho assaggiato l'indian basmati, chicco lungo e stretto, profumoso, mi piace anche solo condito con un filo di extra vergine e si adatta benissimo anche a insalate o come contorno.
Ma in realtà mi sono innamorata di risi particolari: il selvaggio integrale che è rosso, la mia passione, fatto con le verdure, certo la cottura è lunghina, (si parla di 50 minuti) ma vi posso assicurare che è qualcosa di particolare.
Così come è particolare il riso venere integrale, un profumo meraviglioso, di sandalo, di pane appena sfornato, un riso nero, che dà il massimo con l'abbinamento al pesce (e lì con il pesce ci penso io...).
Con il Denso mi sono divertita ad andare per cascine e poi dopo aver chiesto ai colleghi del Denso qualche dritta ci consigliarono di andare in questa cascina di Sannazzaro de'Burgondi (purtroppo non ha ancora la pagina web).
Adesso mi ritrovo a cercare qualcosa che possa assomigliare a quelle tipologie di riso lì, ma non è facilissimo trovarli qui a Livorno, però all'ipercoop ho trovato questa marca qui e devo dire che mi ha soddisfatto.
Il riso che ho comprato è un baldo integrale con una cottura di circa 40 minuti (e più) e anche se non è l'ideale per fare risotti ho deciso per:

RISOTTINO BALDO INTEGRALE AI CARCIOFI DI BOLGHERI

TRAGEDIA GALATTICAAAAA!!!!!
iL DENSO MI HA CANCELLATO LE FOTOOOOOOO!!!!!!!
STASERA APPENA TORNA A CASA FACCIAMO I CONTIIIIIIII!!!!!!!!


Dico, con 4 schedine che girano per casa doveva proprio prendere e cancellare le mie foto meravigliose del risotto e tutto il resto? E poi ho il mal di gola e non posso esternare come voglio tutto il mio nervoso e la mia rabbia che sento in questo momento, ma come, sono quì che cerco affannosamente tutte le mie foto saltando da una schedina all'altra e non ne trovo una!
UFFAAAAAAA!!!!!!!!!!
E adesso chiusa parentesi! E parliamo di altro!
Si fa presto a dire risotto!
Non volevo un risotto-tira-via, e allora ho iniziato a preparare il brodino per tempo (in realtà la sera avanti): un ossicino, gli odori (carota cipolla sedano pomodorino), un pezzettino di pollo.
Mi sono serviti almeno 4 carciofi (erano piccoli) di Bolgheri tritati a coltello, precedentemente puliti bene e lasciati un attimo in acqua acidulata, quindi scolati e aggiunti in padella dove avevo già fatto dorare la cipolla, una spruzzatina di vino bianco e lasciato insaporire per almeno 10 minuti. Ho aggiunto il riso (per 4 ho adoperato 250 gr. di riso) tostato un attimo e aggiunto il brodo. Adesso fa tutto da sè, basta una occhiatina ogni tanto, aggiungere il brodo bollente se manca e armarsi di santa pazienza, perchè l'integrale è di lunghissima cottura...al momento di portare in tavola ho aggiunto a fuoco spento una noce di burro per amalgamare il sapore e una grattugiata di parmigiano.
Buono, ma buono, e bello, avevo la foto del mio piattino, un colore caldo, quasi si sentiva il profumo di quel risottino all'onda, cremoso il giusto, e il Denso mi ha fatto la densata di cancellare il mio risotto!
Stasera lo lascio senza mangiare! No, stasera gli faccio le lasagne grondanti di besciamella, poi il cosciotto di maiale con il purè e infine per punizione gli rifilo un piatto di profiteroles! Ecco, se volete fare del male al Denso questo è il menù ideale!

ATTENZIONE, AGGIUNTA DELL'ULTIMO MINUTOOOO!!!!!

Pare che il Denso si sia spaventato all'idea del menù punitivo e allora dopo una telefonata arrabbiata sul lavoro (eheheheh!) mi ha detto che in realtà le foto le aveva nascoste sul pc in attesa di sistemazione !


Ecco il mio risottino!!!!!!



E così come è? Più bellino?



Passiamo a parlare del dessert...
Per il dolcino invece una delusione...per l'aliena!
In questi giorni ha sfogliato e risfogliato vari libri di ricette. Ha voluto a tutti i costi che facessi un dolce visto in foto dal libro di mia mamma e nonostante le abbia esposto i rischi di un simile esperimento ha voluto provare ugualmente una ricetta nuova. Sarebbe dovuto diventare morbido e soffice e invece è risultato bassino (non c'è lievito)...non è che non sia buono, ecco, ma non è quello che lei si aspettava!

TORTA SOFFICINA



100 gr. di farina 00
100 gr. di fecola
200 gr. di zucchero
70 gr. di burro
6 tuorli

Ho messo in un tegamino i 6 tuorli con lo zucchero, la vanillina e ho portato a cottura a fuoco basso, mescolando sempre con la frusta. Appena il composto è risultato caldo ho tolto dal fuoco e ho lavorato fino ad ottenere un risultato spumoso. Quindi ho aggiunto lentamente le due farine facendole scendere da un setaccio e ho aggiunto il burro sciolto a bagnomaria. Ho messo in una tortiera imburrata e infarinata, infornato a forno già caldo (180°) per 15 minuti, quindi ho abbassato la temperatura a 160° e lasciato in forno per almeno 15/20 minuti. Per controllare la cottura fate la prova dello stuzzicadenti.



Per fortuna mi si è accesa una lampadina e ho trovato la mascherina di Topolino per decorare il dolcetto con il cacao e lo zucchero a velo e così Yuffie soddisfatta ha fatto merenda con una bella fettona di dolcetto farcito con la nutella.

In questi giorni che non è tanto freddo, ma piove (oggi c'è pure una aria di burrasca da paura) mi consolo con mega mug di tè addolcito con il miele per colpa del mal di gola.
Ecco, vado ad affogare il mio nervoso in una mug di tè alla vaniglia!